La musica come scudo contro la demenza: i benefici per il cervello

La musica non rappresenta solo un piacevole sottofondo per le nostre giornate o un invito a ballare in salotto. Una ricerca recente della Monash University rivela il suo ruolo cruciale nella protezione della salute mentale a lungo termine.

Lo studio, che ha coinvolto oltre 10.800 persone sopra i 70 anni, dimostra che l’abitudine di ascoltare o suonare brani musicali riduce sensibilmente il rischio di sviluppare la demenza senile. Gli ascoltatori abituali registrano un calo del rischio pari al 39%, mentre chi suona uno strumento ottiene miglioramenti simili, potenziando sensibilmente la memoria e le funzioni cognitive generali.

I numeri di un allenamento cerebrale accessibile

La combinazione tra l’ascolto passivo e la pratica attiva genera vantaggi straordinari: il rischio di demenza scende del 33% e quello del declino cognitivo del 22%. Questi dati trasformano la musica da semplice intrattenimento a un vero e proprio esercizio per la mente, privo di costi elevati o necessità di attrezzature particolari. La scienza conferma dunque che mantenere il cervello impegnato attraverso le note costituisce una delle strategie preventive più efficaci e alla portata di tutti.

La scienza dietro le note e la neuroplasticità

Il successo della musica nella prevenzione deriva dalla sua capacità di stimolare contemporaneamente diverse aree cerebrali. Quando ascoltiamo una melodia, il cervello attiva i circuiti legati alla memoria, alle emozioni, all’attenzione e persino al linguaggio. Questo processo favorisce la neuroplasticità, ovvero la capacità dei neuroni di creare nuove connessioni e riparare quelle danneggiate. Già ampiamente utilizzata nella musicoterapia per i pazienti affetti da Alzheimer, la musica mostra ora un potenziale preventivo inedito, ritardando l’invecchiamento cellulare e mantenendo la mente elastica.

Benessere emotivo e riduzione dello stress

Oltre agli effetti puramente cognitivi, la musica influisce positivamente sulla chimica del nostro corpo. L’ascolto di brani amati stimola il rilascio di dopamina, l’ormone del piacere, e riduce drasticamente i livelli di cortisolo, il principale responsabile dello stress. Poiché lo stress cronico accelera il deterioramento delle funzioni cerebrali, la musica agisce come un regolatore naturale dell’umore. Questo equilibrio emotivo contribuisce a creare un ambiente biologico più sano, che protegge l’ippocampo, l’area del cervello fondamentale per la formazione dei ricordi.

Una melodia nella routine quotidiana

L’aspetto più vantaggioso di questo “allenamento” risiede nella sua semplicità: basta premere il tasto play. Non importa se la scelta ricade sul jazz, sul rock o sulla musica classica, poiché ogni genere offre stimoli diversi e preziosi per il sistema nervoso. Gli esperti consigliano di integrare la musica nelle azioni di ogni giorno, come fare la spesa o preparare il tè. Come sottolinea Joanne Ryan, autrice della ricerca, le nostre abitudini modellano la salute del cervello tanto quanto la genetica. Scegliere la giusta colonna sonora rappresenta quindi un atto di cura verso se stessi, trasformando la prevenzione in un momento di autentico piacere.

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