Sean Combs (Puff Daddy) in tribunale. Inizia il processo più mediatico del momento

Al via il processo contro Puff Daddy che porta già molte problematiche al seguito.

Il cantante e produttore musicale Sean Combs, noto come Puff Daddy o P. Diddy, ha rifiutato il patteggiamento e si è dichiarato “non colpevole” per le accuse di abusi, violenze e sfruttamento della prostituzione.

Dopo mesi di attesa, Combs ha iniziato il suo processo nelle aule del Tribunale federale di Manhattan. Le autorità lo detengono senza possibilità di cauzione dal settembre 2024, dopo che la polizia lo ha arrestato con l’accusa di aver guidato per oltre vent’anni un’organizzazione criminale che avrebbe abusato di numerose persone, alcune delle quali minorenni all’epoca dei fatti. L’accusa include gravi reati come traffico sessuale, associazione a delinquere e sfruttamento della prostituzione.

Il tribunale ha iniziato il procedimento con la selezione della giuria, e i giudici prevedono di concluderla nei prossimi giorni. Decine di candidati hanno risposto alle domande del giudice Arun Subramanian, e molti hanno ammesso di conoscere il rapper e di aver visto video che lo accusavano. Due hanno detto di essere stati fan del rapper negli anni ’90. Quasi tutti hanno ammesso di aver seguito le notizie sul New York Times, NPR e la CNN e di conoscere tutta la storia. Trovare giurati imparziali a New York, dove Diddy è nato ed è molto conosciuto, non sarà facile.

Gli avvocati prevedono le dichiarazioni di apertura e l’inizio delle deposizioni per la prossima settimana. Il dibattimento tra accusa e difesa potrebbe durare più di due mesi. La procura ha annunciato che presenterà almeno quattro testimoni chiave, inclusa l’ex compagna di Combs, Cassie Ventura, che lo aveva già accusato di violenze. Se la giuria lo riconosce colpevole, Combs rischia fino a 50 anni di carcere. Il tribunale conduce il processo sotto stretta sorveglianza, applicando misure di sicurezza rafforzate e limitando l’accesso del pubblico e dei media.

Secondo l’accusa, Combs avrebbe organizzato festini denominati “freak-off”, durante i quali avrebbe drogato e costretto le vittime a partecipare a rapporti sessuali non consensuali. La procura ha dichiarato che oltre 150 persone hanno presentato denunce, alcune delle quali risalenti a episodi avvenuti quando le vittime erano minorenni. Una delle testimonianze più gravi riguarda una donna che afferma di essere stata drogata e trasportata in aereo da Detroit a New York nel 2003, quando aveva 17 anni, e che l’organizzazione l’avrebbe poi abusata sessualmente, rimandandola a casa il giorno seguente. Una vicenda che ricorda da vicino lo scandalo Epstein e che, inevitabilmente, diventerà anche un evento mediatico, capace di scatenare un terremoto nel mondo dello spettacolo.

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