Rivoluzione Smart TV con AGCOM che impone nuovi standard sui telecomandi

Nuovo look dal 6 giugno ai telecomandi delle Smart Tv

Dal 6 giugno, i produttori di Smart TV che vendono i loro prodotti in Italia dovranno adeguarsi ai nuovi requisiti tecnici imposti dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) per i telecomandi.

Dal 6 giugno cambiano i telecomandi delle Smart Tv.

Questa misura, che segue l’introduzione delle regole sulla “prominence”, mira a garantire un accesso più agevole ai canali televisivi del digitale terrestre, in un contesto in cui le piattaforme di streaming guadagnano sempre più terreno.

La nuova normativa si concentra sul telecomando, che dovrà includere:

  • Un tastierino numerico completo: gli utenti potranno così selezionare direttamente i canali del digitale terrestre, indipendentemente dall’app in uso sulla Smart TV.
  • Un tasto dedicato alla TV digitale terrestre: contrassegnato da un’icona stabilita dall’AGCOM, questo tasto permetterà un accesso rapido ai canali televisivi tradizionali (a partire dal 7 giugno).
  • Un rail in home page con quattro icone per garantire accesso diretto ai SIG, i “Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici di Interesse Generale”

I produttori potrebbero rispondere a queste nuove regole immettendo sul mercato italiano Smart TV con due telecomandi: uno conforme alla normativa e un altro più essenziale, pensato per l’utilizzo delle piattaforme di streaming.

L’AGCOM, con queste nuove norme, intende riequilibrare la situazione, assicurando che i servizi di interesse generale rimangano facilmente accessibili. L’intervento punta a tutelare il pluralismo dell’informazione e la libertà di scelta degli utenti, senza ostacolare la fruizione dei contenuti in streaming. L’adeguamento sarà obbligatorio per tutti i produttori di Smart TV che desiderano vendere i propri dispositivi in Italia.

Anitec-Assinform, l’associazione che rappresenta le principali aziende ICT in Italia, ha manifestato “forte preoccupazione” per le nuove normative, ritenendole troppo invasive e penalizzanti per i produttori di TV, dispositivi digitali e fornitori di interfacce utente. Secondo l’associazione, il provvedimento eccede le previsioni del legislatore, imponendo oneri economici e tecnologici che, sebbene applicati al solo mercato italiano, potrebbero frammentare il mercato unico digitale europeo.

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