L’avvento dell’intelligenza artificiale (IA) ha rivoluzionato numerosi settori incluso quello musicale, facendo crescere le preoccupazioni riguardo all’impatto di questa tecnologia sulla creatività umana.
In Warm Up si è parlato ancora di IA, stavolta nel campo della produzione musicale. Prima di addentrarci nelle criticità, è importante riconoscere i vantaggi che l’IA porta nel mondo della musica. I benefici che l’intelligenza artificiale può portare non sono assolutamente pochi.
L’IA può generare melodie, armonie e strutture musicali in modo rapido ed efficiente, offrendo nuove possibilità creative ai musicisti. Gli strumenti musicali basati sull’IA possono rendere la creazione musicale più accessibile a un pubblico più ampio.
MusicRadar (il sito numero un al mondo per i musicisti di ogni genere) ha affermato che ogni 24 ore viene pubblicata più musica di tutta quella che è uscita nel 1989, ed è qui che nascono le perplessità.
Fino a che punto la musica generata dall’IA può essere considerata originale? Esiste il rischio di una omogeneizzazione del suono e di una perdita di diversità creativa? Pare di si.
L’uso improprio dell’IA nella musica inoltre potrebbe portare alla creazione di contenuti manipolatori o offensivi, in più bisognerebbe capire anche chi detiene i diritti d’autore su un brano generato da un algoritmo.
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