Fexting: litigare via chat stressa più del confronto faccia a faccia

Se litighi tramite chat col "fexting" ti stressi molto di più.

Oggi, le persone non alzano più la voce per litigare; cliccano “invia”. Questo fenomeno, chiamato fexting (litigare tramite messaggi di testo), combina il bisogno di chiarimento con il desiderio di evitare lo sguardo dell’altro. Si tratta, in sostanza, del litigio 2.0: un metodo più silenzioso, ma non meno dannoso per la salute mentale.

L’ansia cresce senza indizi visivi

La ricercatrice Kory Floyd sostiene che comunicare un conflitto tramite testo aumenta significativamente l’ansia e la frustrazione. Il motivo è chiaro: la chat elimina segnali cruciali come il tono di voce, le espressioni facciali e i gesti. Di conseguenza, non si può capire se l’altra persona stia scherzando o sia realmente arrabbiata. Nel dubbio, la mente umana interpreta quasi ogni ambiguità come un attacco personale.

Il mito della pausa di riflessione

Molti difendono il fexting, affermando che scrivere permette di riflettere prima di reagire. Certamente, una pausa può aiutare a evitare di dire parole offensive. Tuttavia, nella pratica, le persone finiscono spesso per rileggere un messaggio decine di volte, modificarlo in continuazione e, alla fine, inviarlo comunque con un tono passivo-aggressivo che nessuna emoji riesce a mitigare.

I messaggi rendono il conflitto permanente

A differenza di un litigio dal vivo, dove la rabbia sfuma dopo un abbraccio o un silenzio imbarazzato, la chat archivia ogni singola parola. Pertanto, i messaggi conservano tutte le accuse, i sarcasmi e gli screenshot pronti a riemergere alla prima occasione. Il conflitto, in questo modo, non si conclude mai realmente; si limita ad archiviare come una bomba a orologeria digitale, sempre pronta a esplodere nuovamente.

Gli esperti consigliano di limitare la pratica

Gli esperti di comunicazione invitano gli utenti a limitare il fexting alle sole questioni pratiche, come orari, liste della spesa o impegni di lavoro, che non richiedono empatia o tono emotivo. Infatti, se un messaggio come “parliamone dopo” può salvare una situazione, un “come ti permetti?” digitato frettolosamente può distruggere la relazione. Quindi, se sentite la forte tentazione di discutere via WhatsApp o Telegram, ricordate che niente può sostituire un chiarimento faccia a faccia. Affrontare il conflitto di persona costa un battito cardiaco più accelerato, ma salva dall’inviare l’ennesimo “ok.” carico di sottintesi esplosivi.

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